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“ …Siediti in quell’angolino |
piuttosto vicino alla siepe ad aspettare, tanta gente |
passerà, avrai il dubbio di doverla seguire, ma tu |
aspetta, non aver paura di aspettare, quando sarà il |
momento però, alzati sicuro di te, senza indugio e |
sali in quell’autobus che aveva come capolinea … |
quell’angolo, piuttosto vicino alla siepe dove tu, |
aspettando, ti eri seduto.” |
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( autore sconosciuto “ Lettera di un Angelo”) |
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Domenica 16 marzo ci siamo recati in visita alla Venarìa Reale, a Nord di Torino. La "reggia delle delizie", di feste, musica, della vita lieve di corte, della caccia al cervo soprattutto, a lungo ignorata e ora riaperta dopo otto anni di restauro, è un significativo esempio della magnificenza dell'architettura e dell'arte barocca internazionale del XVII e XVIII secolo. |
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Impressionanti i numeri: 80 mila metri quadri di superficie e 230 mila metri cubi; mille metri quadri di affreschi; 145 mila metri quadri di stucchi e intonaci; 29 mila metri quadri di facciate con mattoni a vista; 11 chilometri di cornici decorative; due chilometri circa la lunghezza del percorso di visita della mostra; ottanta ettari di giardini all'italiana e 6.400 del parco La Mandria, continuazione dei giardini della Venaria (uno dei parchi europei più vasti e importanti, proprietà della Regione Piemonte).
Venarìa Reale si presenta al pubblico attraverso una grande mostra sui duchi e i re di Savoia. Quando era ancora in condizioni disastrose, nel 1997, l'Unesco l'ha dichiarata Patrimonio dell'umanità insieme al sistema delle residenze sabaude. I restauri si concluderanno fra il 2008 e il 2009.
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La vita privata dei duchi, il rito "sacrale" della caccia, le feste per le quali la corte sabauda era famosa in Europa: per far rivivere quel mondo, il regista Peter Greenaway ha collocato una serie di installazioni multimediali attraverso le quali alcuni personaggi dell'epoca si raccontano. Questa sorta di arredo tecnologico rimarrà in esposizione permanente alla reggia.
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Completano lo spettacolo degli interni, la vastità e magnificenza di impianto dei giardini e i boschi di caccia, incorniciati dalle montagne del Gran Paradiso e del gruppo del Rosa, cornice suggestiva che il tempo splendido ci ha consentito di apprezzare a pieno.
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A fine giornata, l'Osteria Passami il sale ci ha accolto per la cena, con la sua atmosfera calda e un menù tipicamente piemontese.
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